Certificazione alimentare come strumento di marketing

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Se sei il titolare di un’azienda che opera nella filiera agroalimentare, raggiungere una certificazione alimentare, può aiutarti nella gestione dei requisiti richiesti dai mercati, ma può anche essere un importante strumento di marketing.

In Italia, i produttori alimentari possono ottenere diverse importanti attestazioni adottando volontariamente norme e standard di requisiti riconosciuti a livello globale. Queste possono riferirsi a certificazioni di prodotto, o aziendali. Spesso indicata erroneamente come la certificazione alimentare più importante è l’HACCP.

Ma in realtà, non si tratta di una certificazione, ma del un sistema di valutazione del rischio alimentare basato sull’identificazione dei pericoli, biologici, chimici, e fisici, e la loro gestione tramite il monitoraggio dei punti critici di controllo.

Infatti lo sviluppo del suo acronimo è il seguente: Hazard analysis and critical control points. Questo sistema, è alla base della regolamentazione obbligatoria globale, affiancato dal sistema HARPC, Hazard Analysis and Risk-Based Preventive Controls, per i mercati americani, che come si evince dall’acronimo, si concentra ancor di più sulla prevenzione.

Questi due sistemi, sono la base per tutti i sistemi e gli standard di certificazione alimentare.

Standard di certificazione alimentare quali sono le richieste dei mercati?

Gli standard internazionali per la sicurezza alimentare, rispondono a chiare esigente dei mercati, e nella fattispecie di consumatori nelle varie aree del pianeta.

Attraverso la certificazione internazionale nel campo dell’agroalimentare, la grande distribuzione richiede assicurazioni rispetto alla sicurezza, legalità e qualità delle materie prime, dei prodotti e dei processi, compresi gli imballaggi. Alcuni standard alimentari sono importanti anche per dimostrare trasparenza, sostenibilità e per migliorare la reputazione e la competitività sul mercato.

Oggi più che mai è necessario garantire il rispetto delle regole e delle leggi internazionali attraverso un controllo e un monitoraggio continui volti al miglioramento delle performance aziendali. L’obiettivo finale è tutelare i consumatori dalle frodi alimentari, anche grazie alla tracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera alimentare.

Gli standard che descriveremo di seguito possono supportare la tua realtà ad avere sistema organizzativo e di gestione efficace e sicuro, per, di conseguenza assicurare l’immissione di alimenti sicuri sui mercati internazionali.

Approfondiremo l’argomento con Federico Pucci di Sistemi & Consulenze, che assiste le organizzazioni nel processo di certificazione alimentare.

Prima della certificazione alimentare

La tua azienda, prima di potersi affacciare nell’implementazione di uno standard alimentare, deve raggiungere la conformità rispetto ai requisiti obbligarori.

Partiamo dai requisiti definiti dal sistema HACCP che interessano tutte le aziende (grandi e piccole) impegnate nel settore alimentare, chiunque produca, maneggia, prepari o distribuisca cibo.

L’adozione di questo sistema aiuta a proteggere la salute di milioni di consumatori finali. I metodi HACCP stanno subendo grandi cambiamenti. Infatti, ad esempio, nei mercati nordamericani, come Stati Uniti e Canada, l’applicazione del metodo HARPC è efficace.

Certificazione alimentare ISO 22000, ISO 22005 e ISO 9001

Il principale attore che, grazie ai propri tavoli tecnici, si occupa di redigere norme e standard a livello internazionale è la ISO (International Organization for Standardization),  ente di standardizzazione e normazione riconosciuto da molti paesi in Europa e nel mondo.

Le principali norme ISO sono:

  • ISO 22000 “Requisiti del sistema di gestione della sicurezza alimentare” (Sistema di gestione della sicurezza alimentare), uno standard per produttori di alimenti e mangimi, produttori di industrie di trasformazione o impianti alimentari, società di logistica, distributori. Definisce i requisiti di sicurezza per gli operatori alimentari, garantendo il rispetto delle leggi di riferimento applicabili;
  • ISO 22005, che stabilisce i requisiti fondamentali per implementare un efficace sistema di tracciabilità lungo l’intera filiera alimentare all’interno di un sistema di gestione della qualità e della sicurezza alimentare. È fondamentale che l’azienda possa dimostrare l’origine e la provenienza delle materie prime e dei prodotti utilizzati;
  • ISO 9001, norma generale che definisce i requisiti dei sistemi di gestione per la qualità.

Gli standard di Certificazione alimentare GFSI

Quanto visto sopra, si riferisce a delle norme di gestione definite pubbliche. Quelli che vedremo di seguito sono gli standard più adottati dall’industria alimentare, ed appartengono a consorzi privati, e vengono riconosciuti da GFSI, Global Food Safety Institute, organizzazione che promuove attività di armonizzazione e creazione di regole a tutela dei mercati e della sicurezza dei consumatori, in ambito alimentare.

Vediamo gli standard alimentari riconosciuti da GFSI:

  • Standard BRCGS, di proprietà del British Retail Consortium, nato con lo scopo di definire dei requisiti per la qualifica dei produttori di alimenti a marchio nelle catene della grande distribuzione organizzata anglosassone. Ad oggi giorno lo standard più adottato al mondo e richiesto a tutti gli attori della filiera alimentare di produzione, logistica, MOCA, agenzie di broker, e prodotti per la cura della casa e della persona. I requisiti più importanti sono la gestione della qualità, adozione del sistema HACCP o HARPC, Food Defense e Food Fraud;
  • Standard IFS, gemella della precedente, ma nata dalla grande distribuzione franco tedesca;
  • Standard FSSC 22000, in questo caso standard privato che nasce dall’impegno dei grandi produttori blobali, si basa sull’adozione della norma ISO 22000, requisiti tecnici ISO 22002, e specifici GFSI;
  • Standard Global Gap, importante standard internazionale per l’implementazione di buone pratiche nel settore agricolo, zootecnico e ittico. Possono richiedere questa certificazione singole aziende e gruppi di produttori. Richiede la gestione della catena di custodia, tracciabilità delle materie prime, benessere animale, sostenibilità ambientale, responsabilità sociale ed etica, sicurezza sul lavoro;
  • Standard SQF, una certificazione che consente alle organizzazioni di dimostrare un elevato livello di sicurezza e qualità secondo gli standard HACCP, ISO 9001, Codex Alimentarius e NACMCF. Ne esistono di due tipologie: SQF 1000 (per produttori primari di alimenti o ingredienti, a dimostrazione del rispetto dei principi di qualità, sicurezza, legalità e tracciabilità) e SQF 2000 (per produttori, intermediari e distributori di alimenti e bevande).

A livello comunitario, ti consigliamo per poterti affermare sul mercato di muoverti verso la certificazione IFS. Questa ti permetterà di operare con importanti retail, quali Coop, Conad, Esselunga, Metro, Lidl, ed altri. Ti segnaliamo un’utile risorsa per approfondire requisiti ed iter di ottenimento dell’attestazione, che puoi trovare visitando il link qui di seguito: www.sistemieconsulenze.it/certificazione-ifs/